Olimpiadi, beach volley: Lupo dal tumore sconfitto alla finale per l'oro
17 AGOSTO 2016 - MILANO
'Dopo aver perso il primo set non mi sono demoralizzato, mi sono detto «stai giocando una semifinale olimpica»...'. E come poteva buttarsi giù, uno come Daniele Lupo? Già , perché nel suo curriculum non c'è solo il trionfo che ha messo al tappeto i russi Semonov-Krasilnikov nella semifinale di Rio regalando all'Italia la storica finale per l'oro olimpico contro il Brasile, o il punto della vittoria che ha chiuso il match e lo ha fatto urlare di gioia con il compagno Paolo Nicolai, o ancora la doppietta europea 2014-16: nel curriculum da vincente, il 25enne azzurro del beach volley vanta una vittoria ancora più difficile, quella sul tumore, battuto poco più di un anno fa.
LA STORIA
Marzo 2015, Daniele si sta preparando per il Mondiale in Olanda ma le cose rallentano perché ha un problema al ginocchio. Gli viene diagnosticato un tumore, e tutto si accelera all'improvviso: 'La settimana dopo saremmo dovuti partire per un ritiro a Tenerife - ha raccontato alla Gazzetta - e così ho deciso di andare a farmi vedere in ospedale. Era un venerdì pomeriggio, mi hanno lasciato andare a casa solo perché c’era di mezzo il fine settimana. Lunedì mattina ero già ricoverato, il martedì mi hanno operato'. Per fortuna, Lupo questo match lo chiude quasi subito: niente metastasi, niente chemioterapia. Anche se i giorni dell'attesa dopo l'intervento sono stati i più duri: 'Sono giorni in cui fai pensieri che mai avevi nemmeno sfiorato'.
SENZA PAURA
Agosto 2016, Daniele si sta preparando alla gara che può cambiare vita e carriera. Giovedì 18 (alla mezzanotte a Rio, alle 5 di venerdì 19 in Italia), lui e Nicolai si giocheranno l'oro olimpico contro i campioni del mondo e padroni di casa Alison e Bruno Schmidt. Dalle spiagge di Fregene, dove Daniele è cresciuto giocando il 3X3 con nonno Giorgio e papà Carlo, a quella di Copacabana, dove tutti tiferanno per gli idoli verdeoro. Cornice da brividi, ma non per lui: 'Certe cose accadono per insegnarti qualcosa. Io ora non ho più paura di nulla, quella storia mi ha rafforzato come persona e come atleta'.
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