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Inter flop in Europa: ricambi bocciati, approccio svogliato, sempre a inseguire



29 SETTEMBRE 2016 - MILANO

Visto come è andata l'ultima volta, meno male che c'è il calendario di Serie A ad aiutare De Boer: dopo lo 0-2 con l'Hapoel Be'er Sheva, la sfida con la Juve rivitalizzò i 'cadaveri' visti a San Siro in Europa League, adesso all'olandese non resta che sperare che la Roma domenica sera faccia lo stesso effetto. Altrimenti sono dolori. L'Inter di Europa League va al passo del gambero: cresce in campionato e ripiomba indietro quando affronta avversarie di altri Paesi. Perché?

RICAMBI BOCCIATI

Alla vigilia del match di Praga, per qualcuno si parlava di seconda chance. Felipe Melo, Palacio, lo stesso Ranocchia: chi aveva avuto meno spazio in campionato e aveva preso parte al film horror contro gli israeliani al debutto europeo poteva rifarsi sul campo dello Sparta. Macché. Il brasiliano 'entra' nell'azione del primo gol di Kadlec con un tackle-fantasma (ci prova ma non la prende) sull'attaccante servito da Cernak, l'argentino trova il gol dopo 70 minuti di nulla (il primo tiro arriva dopo un'ora di gioco!), il difensore 'ammazza' la partita un minuto dopo la rete dell'1-2, spianando la strada allo Sparta con la seconda ammonizione che gli costa il rosso. L'Inter si è presentata in Europa League priva di Kondogbia, Joao Mario, Jovetic e Gabigol per rispettare il Fair Play finanziario: la coperta è già corta, se chi ha meno spazio sfrutta le proprie occasioni in questo modo - e gli altri sottovalutano impegni come questi - c'è da preoccuparsi.

APPROCCIO DIVERSO

L'approccio dei nerazzurri alla partita di Praga è stato a dir poco imbarazzante. L'alibi della 'sconosciuta' al debutto, più o meno ammissibile per lo 0-2 con l'Hapoel, non regge con lo Sparta, che arrivava da due flop contro Southampton e Slavia e con un nuovo tecnico in panchina. La rete del 2-0 è la fotografia della serata interista: tutti fermi a guardare lo schema dei cechi. Dai tanti palloni regalati agli avversari in fase di impostazione all'assenza di tiri nello specchio durante i primi 45' (era successo anche contro l'Hapoel) fino alla mancata reazione in avvio di ripresa (lo Sparta rischia di fare il terzo almeno un paio di volte), anche il resto della prestazione segnala una differenza di atteggiamento tra campionato e coppa europea. Dopo due giornate, l'Inter si ritrova senza punti nel girone e già a rischio qualificazione: i proprietari di Suning, che fanno dell'immagine nel mondo uno dei criteri guida della società, non saranno certo contenti.

SEMPRE A RINCORRERE

E poi ci sono i punti di contatto tra l'EuroInter e l'Inter di campionato. Come ad esempio la tendenza a passare in svantaggio: a Praga l'Inter si è ritrovata sotto per la settima volta in otto partite stagionali. E solo in due occasioni, Pescara e Juve, alla fine sono arrivati i tre punti: per diventare davvero competitivi serve ben altro. Per andare avanti in Europa? A questo punto, non solo risultati, serve anche fortuna...

(Marco Fallisi)