Olimpiadi, atletica: Schwazer resta senza parole. Donati: 'Era tutto pianificato'
11 AGOSTO 2016 - MILANO
La notte di Alex. Schwazer è piena di disperazione, ma vuota di parole. Alex dice soltanto una frase : 'Sono distrutto'. Poi, proprio nel momento in cui sta per cominciare la conferenza stampa convocata nella terrazza dell'albergo, il marciatore se ne va cercando un po' di mare, di isolamento, un posto senza occhi addosso. Trova poi un tavolo alla Casa dos Marujos, ma non consuma nulla, e il personale del locale non chiede niente, lo lascia con lo sguardo impietrito verso lo schermo, che proietta Svizzera-Stati Uniti di beach volley. Resta da solo così, per più di un'ora, con una maglietta azzurra qualsiasi addosso, come se stesse per cominciare l'allenamento. Nessuna parola in più, niente di niente, prima di infilarsi in un taxi con la sua manager Giulia Mancini.
15 GIORNI PRIMA
Intanto Sandro Donati si incarica di radunare i fili di questi ultimi giorni per reagire agli otto anni di squalifica decisi dal Tas, la fotocopia di quanto chiesto dalla Iaaf, la federazione internazionale di atletica leggera. 'L'ho informato io Alex, è rimasto in silenzio per venti minuti, senza parlare'. Poi una rivelazione: 'Nell'udienza del Tas, abbiamo scoperto che il famoso controllo antidoping a sorpresa era stato pianificato e comunicato agli ispettori del prelievo 15 giorni prima! Una situazione incredibile, mettendo a rischio la riservatezza del controllo. Perché controllarlo il primo gennaio e non il 28 dicembre? Perché l'obiettivo era quello di effettuare tutto il primo gennaio, con il laboratorio chiuso, e con la possibilità di tenere la provetta un giorno intero prima di portarla a Colonia'. Donati rivela anche un retroscena sul mancato anticipo delle controanalisi. 'In udienza, il direttore del laboratorio tedesco ha detto che la sua struttura sarebbe stata disponibile. Cosa che la Iaaf non ci ha detto per allungare i tempi e restringere il nostro diritto alla difesa'.
IL CONI VICINO
La prossima tappa sarà la giustizia penale. Il tentativo è chiaro: dimostrare che c'è stato un sabotaggio o una manomissione, affidarsi all'inchiesta delle procure di Roma e di Bolzano. Si comincerà con la richiesta dell'esame del Dna. Donati conclude parlando del rapporto con le istituzioni sportive in queste settimane. 'Devo parlare di eccezioni positive. Il presidente del Coni, il segretario e il vicesegretario generale ci sono sempre stati vicini. Per il resto, nulla'. Infine un'amarissima considerazione: 'Schwazer avrebbe vinto sia la 20 sia la 50 chilometri. Perché è un grandissimo campione ed è un atleta pulito'.
(Valerio Piccioni, Gasport)