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Inter, primi tempi dominati e poi il blackout: quei cali che fanno paura



28 NOVEMBRE 2016 - MILANO

A un certo punto, durante Inter-Fiorentina, si è avuta la sensazione che Icardi e compagni facessero a gara con se stessi: a Beer Sheva ci siamo fatti rimontare e ribaltare in dieci contro undici dopo aver dominato il primo tempo? Possiamo fare di meglio, possiamo dominare chiudendola con tre gol nei primi venti minuti e poi subire una rimonta quando l'uomo in più ce lo abbiamo noi. Per fortuna dei tifosi nerazzurri, stavolta è finita bene, la rimonta non si è concretizzata e il sigillo di Icardi nel finale ha mandato agli archivi un 4-2, ma l'Inter versione dottor Jekyll e mister Hyde ha fatto soffrire San Siro per un tempo intero.

BLACKOUT E TIRI

Il derby con il Milan e il gol di Perisic a tempo scaduto avevano consegnato a Pioli un'Inter pazza, ma capace di resuscitare: i punti recuperati da situazione di svantaggio in questa Serie A sono 9 per i nerazzurri, più di ogni altra squadra. Adesso, per il tecnico emiliano ci sarà da lavorare sul problema opposto: questa squadra non sa gestire i vantaggi. Dopo l'esaltazione arrivano il blackout e la paura di non riuscire a portare a casa la vittoria. Nella serata contro i viola il tutto assume una dimensione quasi paradossale, visto che tra un gol incassato e uno scivolone dietro, l'Inter ha prodotto occasioni su occasioni: dalle parti di Tatarusanu sono piovuti 16 tiri, 9 nello specchio della porta e 7 fuori, tra questi anche errori clamorosi come il pallone d'oro sparato alto da Joao Mario a pochi passi dal portiere viola.

COSA VA

Sicuramente, bisogna ripartire dall'approccio alla gara, che stasera è stato perfetto. In campo è scesa un'Inter aggressiva, determinata e concreta: possesso lasciato agli avversari ma verticalizzazioni efficaci e inserimenti puntuali dei vari Brozovic, Banega (più convincente che in altre occasioni), Perisic e Candreva. E poi c'è Icardi, che viaggia ai ritmi di Dzeko (12 gol come il bosniaco della Roma) e segna reti da applausi come quella del 3-0: Maurito è l'unico bomber cui tocca chiudere una gara per due volte, visto i blackout di cui sopra...
COSA NON VA — C'è da lavorare sulla testa della squadra, certo, ma anche e soprattutto sulla difesa. Contro la Fiorentina Pioli ha dato un'occasione a Ranocchia lasciando fuori Murillo, ma nemmeno l'ex capitano ha convinto, nonostante un buon avvio di gara. Male anche Miranda, lontano parente dal colosso ammirato all'Atletico di Simeone e molto meno affidabile del Miranda di un anno fa: troppi palloni regalati agli avversari e mancata chiusura sul gol di Ilicic che riapre tutto. Appena arrivato, Pioli aveva fiutato l'aria ed era corso ai riparti arretrando Medel, ma l'infortunio nel derby ha azzerato l'esperimento sul nascere. La Fiorentina, in 10 contro 11 per metà partita, ha tirato in porta sei volte: non si può concedere così tanto a un avversario in difficoltà.

(Marco Fallisi, Gasport)